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Posted on Gennaio 16, 2022 by admin

acn
ACN

Name: Andean Community of Nations

Acronym: ACN

Year of foundation: 1969
Headquarters: Lima, Peru
ACN documents: vai alla pagina
sito web Ufficiale: vai alla pagina
messa a FUOCO SU
Parlamento Andino
  • Descrizione
  • Paesi membri:
  • Associated member countries:
  • Observer countries:
  • Former member countries:
  • Storia
  • La struttura dell’ACN e le procedure decisionali
  • Consiglio dei Presidenti andini
  • Consiglio andino degli Affari Esteri
  • Commissione della Comunità andina
  • Segretariato generale della Comunità andina
  • Corte di Giustizia della Comunità andina

Descrizione

La “Comunità Andina” o A. C. (in spagnolo: Comunidad Andina, POSSIBILE), precedentemente noto come il “Patto Andino”, è un intergovernamental organizzazione creata da Bolivia, Perù, Venezuela, Colombia ed Ecuador, con l’obiettivo di promuovere l’espansione dei mercati e di garantire un efficace sviluppo economico per la regione.

Paesi membri:

BoliviaColombiaEcuadorPeru

Associated member countries:

ArgentinaBrasilChileParaguayUruguay

Observer countries:

MexicoPanama

Former member countries:

CileVenezuela

Storia

Negli anni sessanta il fallimento del primo sub-integrazione continentale iniziativa, il Latin American Free Trade Association (LAFTA), favorito l’aumento di integrazione subregionale blocchi. Tra questi, il Gruppo andino è stato creato nel 1969 dall’accordo di Cartagena. Il Patto andino si basava su due concezioni fondamentali. In primo luogo, è stato legato ad un modello di integrazione chiuso, che ha concepito i processi di unione tra i paesi come facilitatori veicoli di espansione del mercato, l’attuazione di programmi di sviluppo congiunti a livello industriale e la protezione ai paesi terzi. In secondo luogo, dal punto di vista istituzionale, l’Organizzazione andina, principalmente ispirata al processo di integrazione europea, è stata costruita su schemi funzionalisti e neo-funzionalisti. Le prime decisioni adottate dai Ministri del Patto andino erano incentrate esclusivamente su questioni economiche.

Alla fine degli anni Ottanta, l’implementazione del Consenso di Washington nelle dinamiche dei processi di integrazione ha generato un trend di business sostenuto nella formazione di accordi commerciali tra i paesi sviluppati e quelli meno sviluppati. Questa nuova tendenza ha portato il Gruppo andino verso un regionalismo aperto che ha favorito l’eliminazione delle barriere tariffarie e la firma di accordi commerciali con vari centri economici in tutto il mondo. Nel 1990, l’integrazione della Comunità andina ha guadagnato slancio con il commercio intra-CAN in crescita significativa, in parte a causa della creazione di una zona di libero scambio tra quattro dei cinque allora paesi andini (ad eccezione del Perù). Le norme comuni adottate in vari settori, come l’agricoltura, la proprietà intellettuale, gli investimenti, la concorrenza e gli strumenti di difesa commerciale, hanno anche creato le condizioni ottimali per la crescita economica e l’integrazione. Oltre a questa trasformazione economica, le autorità andine hanno ridisegnato istituzionalmente il processo di integrazione verso un approccio intergovernativo neoliberista. Nel 1997, l’entrata in vigore del Protocollo di modifica di Trujillo ha segnato un passo fondamentale verso l’integrazione andina. Ha modificato l’accordo originario di Cartagena e, fondamentalmente, ha avuto due conseguenze concrete: il “Patto andino” fu trasformato in ” Comunità andina “e il Sistema di Integrazione andina (AIS, o SAI nel suo acronimo spagnolo, che significa” Sistema Andino de Integracion”) divenne lo spazio che riunisce le varie istituzioni, agenzie governative e organismi comunitari.

La struttura dell’ACN e le procedure decisionali

Consiglio dei Presidenti andini

Il Consiglio Presidenziale andino è l’organo più alto dell’Accordo di Cartagena. Fatto dai Capi di Stato dei paesi membri, il Consiglio si riunisce ogni anno in sessioni regolari allo scopo di definire il processo politico globale. I Presidenti stabiliscono orientamenti e priorità di lavoro e, in generale, indicano la direzione dell’integrazione nei suoi diversi aspetti. Hanno pronunciato attraverso le linee guida che rientrano negli atti o dichiarazioni delle riunioni presidenziali.

Consiglio andino degli Affari Esteri

Il Consiglio andino dei Ministri degli Esteri rappresenta la leadership politica nazionale. Composto dai Ministri degli Affari Esteri dei Paesi membri, ha il compito di garantire il raggiungimento degli obiettivi dell’integrazione subregionale andina e di elaborare e attuare la politica estera della Comunità andina.

Commissione della Comunità andina

Facendo un parallelo con l’Unione Europea, la Commissione europea soddisfa quasi le stesse attribuzioni.

La Commissione “è composta da un rappresentante plenipotenziario del governo di ciascun Paese membro” (Decisione 563, 1969). È composto da quattro rappresentanti nazionali, uno dei quali è il Presidente. Per quanto riguarda il Segretariato generale, è previsto che agisca esclusivamente nell’interesse della Sottoregione. È una delle principali istituzioni e deve fornire supporto tecnico a qualsiasi istituzione del Sistema integrato andino.

Segretariato generale della Comunità andina

Il Segretario generale, eletto per consenso del Consiglio degli Affari esteri andino per un mandato quinquennale, è la parte più visibile del Segretariato. “Deve essere una persona con ampia rappresentanza e riconosciuto prestigio, e deve essere un cittadino di uno dei Paesi membri. Egli agisce solo nell’interesse della subregione nel suo insieme” (art 29, Accordo di Cartagena).

Corte di Giustizia della Comunità andina

In quanto Parlamento andino, la Corte di Giustizia andina fa parte della riforma del 1979. Entrambi completano il sistema di integrazione andina e lo rendono più simile agli standard della democrazia con la presenza delle tre potenze separate. La creazione della Corte di Giustizia può anche essere considerata una risposta alle forti critiche alle violazioni dei diritti umani e dei principi della democrazia negli anni 1970 – 1980 in Sud America.
La designazione dei giudici utilizza un metodo simile a quello che è consuetudine in molti paesi, come negli Stati Uniti, per i giudici della Corte Suprema1. Sono indicati da pochi rappresentanti del potere esecutivo o politico per un mandato di sei anni: “I magistrati sono nominati in base a liste di tre membri presentate da ciascun Paese membro e con decisione unanime dei Rappresentanti plenipotenziari abilitati a farlo. “(Trattato che istituisce la Corte di Giustizia andina, 1979)

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